Lot 835 - E-Live Auction 13

Anno 1618 - Don Pedro Gyrón de ...
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Anno 1618 - Don Pedro Gyrón de Osuna - Viceré di Napoli Bronzo fusione - 47,5 mm - 46,09 gr. - R Opus: Giulio Di Grazia - Siciliano n. 15 ... Read more - MB+

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Anno 1618 - Don Pedro Gyrón de Osuna - Viceré di Napoli Bronzo fusione - 47,5 mm - 46,09 gr. - R Opus: Giulio Di Grazia - Siciliano n. 15 Coniata a Messina (?) Al dritto: PETRVS GYRON OSS . DUX E VRENIAE COM . X . Busto del Viceré a destra con corazza, bordo perlinato. Al rovescio: PRIMUS ET IRE VIAM 1618 Cavallo rampante a sinistra. In basso a sinistra: IU . GRA . (Giulio de Grazia) Don Pedro Téllez-Girón y Velasco Guzmán y Tovar, III duca di Osuna, nacque a Osuna in Spagna il 17 dicembre 1574. Fu un politico e militare spagnolo. Una delle personalità più importanti e controverse del regno di Filippo III di Spagna. Combatté in gioventù nelle Fiandre contro i ribelli fiamminghi e, negli anni in cui ricoprì le cariche di viceré di Sicilia, dal 1611 al 1616 e viceré di Napoli dal 21 agosto 1616 al 4 giugno 1620, elaborò e condusse operazioni militari tese a ridurre la potenza navale dell'Impero Ottomano nel mar Adriatico, nel mar Ionio e nel Canale di Sicilia. Sempre negli anni in cui governò il meridione d'Italia, si distinse per la lotta alla corruzione e alla delinquenza. 1624. Nel tentativo di rafforzare la potenza spagnola in Italia contro la minaccia turca e la preponderanza adriatica di Venezia, raccolse milizie e partecipò alla cosiddetta congiura del Bedmar (la congiura che si sviluppò a Venezia nel periodo 1617-1618 su impulso dell'ambasciatore spagnolo, il marchese di Bedmar, che aveva lo scopo di abbattere il governo locale e imporre il dominio iberico su tutte le terre veneziane). Accusato di mirare alla formazione di uno stato indipendente per sé, Gyron de Osuna fu richiamato in Spagna, destituito e processato. Morì in carcere a Madrid il 24 settembre Da poco arrivato in Sicilia, nel 1611 Pietro Gyron de Osuna, fece richiesta di avviare una zecca a Palermo, ma un Ambasciatore messinese, Don Vincenzo Porzio, garantendo al Vicerè la capacità della zecca di Messina di riuscire a coniare più di seimila scudi al giorno, lo convinse sulla capacità della zecca di colmare la richiesta di monete in Sicilia. Descrizione dell'Incisore: Giulio di Grazia - Dal Bollettino del Circolo numismatico Napoletano Gennaio Dicembre 1956. L'incisore di questa medaglia è la stessa persona che talora si firmava “JU. GRA” o “JU. GRAE” con caratteri corsivi, mal visibili i quasi tutti gli esemplari, e talora “IV. GRA” e “IVL. D. GRA.” con caratteri romani ben visibili. Alcuni credettero di leggere in queste abbreviazioni “Giulio di Granata” incisore sconosciuto anche in Ispagna, altri, non sappiamo con quale fondamento “Giulio Grenne”. Per le indagini dei volonterosi, giova qui ricordare che, nel 1627, Giambattista Basile, conte di Torone, pubblicava in Napoli, fra l'altro, una poesia in lode dello scultore Giulio Grazia o Di Grazia. Non potrebbero con maggiore verosomiglianza, le firme abbreviate essere lette Julius Gratiae o Julius de Gratia e le belle medaglie essere attribuite allo scultore Giulio Grazia i Di Grazia. Fusione posteriore, appiccagnolo divelto

Grading/Status: MB+

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