Anno 1772 - Per la costruzione dell'albergo dei poveri in Palermo Bronzo - 53,5 mm - 57,70 gr. - R - Opus: Pietro Balzar - D'Auria n. 34 - Ricciardi n. 34. Coniata a Roma. Al dritto: CAROLVS . HISPAN . ET . FERDINANDVS . SICILIAE . REGES Busti corazzati e affiancati a dx di Carlo III e Ferdinando IV con parrucca e collare del Toson d'Oro. Sotto: PETRVS BALZAR ROMANVS. Al rovescio: VT . ERVAT . A . MORTE . ANIMAS . EOR . ET . ALAT . EOS . IN . FAME Prospetto anteriore del nuovo albergo dei Poveri. In esergo: IN . NOVVM . REGIA . LARGITATE DIVERSORIVM . PANORMI EXTRVCTVM . PAVPERES INDVCTI . ANNO MDCCLXXII. Commissionata dai nove deputati come ringraziamento al re e coniata nel 1772 in occasione del trasferimento dei poveri in una nuova ala dell'albergo. I due sovrani furono impressi insieme poiché Carlo III, era nel contempo partito per regnare in Spagna lasciando il Regno al figlio Ferdinando IV. Vestono uguali, con parrucchino e nastro svolazzante, corazza con al centro testa di leone che regge il Toson d'oro. Come riportato nel V Tomo del Diario Palermitano del Marchese di Villabianca, nel 1773, venne coniata a Roma da Pietro Balzar la medaglia commemorativa del Real Albergo dei Poveri. La medaglia mostra lo stato dell'edificio nel 1772, al momento del trasferimento dei poveri dal Serraglio Vecchio alla nuova struttura progettata da Orazio Furetto. Diario palermitano di Francesco Maria Emanuele e Gaetani Marchese di Villabianca, dal 4 gennaio 1767 al 28 dicembre 1771 da manoscritti della Biblioteca Comunale di Palermo. Or di cotanto bene in conclusione è naturale che deesene il merito alla somma pietà del re nostro signore, prima Carlo Borbone, oggi re cattolico, ed ora Ferdinando III di Sicilia, che ne sono stati insieme li fondatori, coll'assegnazione fattagli dal primo del 1751, e continuatagli costantemente sino a quest'ora del secondo, ch'è il regnante sovrano, di scudi cinquemila annui di moneta di questo regno, siccome meglio lo dicono le medaglie e le imprese, che ha pensato pubblicare e disporre la presente deputazione, perpetuando né bronzi e in oro ed argento la memoria ed il nome degli augusti fondatori. Intanto però ragion vuole dover darsene anche la seconda parte di merito alla fedele diligentissima opera delli deputati particolari, che hanno portato l'incombenza dell'intera fabbrica dal suo principio fino a questo stato, vale a dire il marchese Luca de Laredo, conservatore del tribunale del real Patrimonio, l'abbate Luigi Gravina e l'abbate Ignazio Papè, e per la renunzia di quest'ultimo, fatta a causa della sua cadente età, Vincenzo Raffaele Bonanni, principe di Linguagrossa. Il più però, che vi ha faticato, è stato l'abbate Gravina, più volte da me commendato. Un laico cappuccino, appellato fra Giuseppe di Termini, n'è stato il sopraintendente locale, commissionatovi dalli detti signori; e questo buon religioso in verità ha fatto eseguir l'opera con si buona riuscita, perché, oltre la sua indefessa assistenza, che vi ha recato, ed oltre la sua perizia in mestieri di fabbriche, vi ha pure esposta più d'una volta la vita alle pretensioni e agl'insulti dè fabbricieri, contro dè quali è stato implacabilmente accanito e lo segue ad essere sino a quest'ora con ammirabile costanza e con del pari ammirabile religiosità. Oltreché in margine di tale stampa sta scritto di mano del nostro marchese di Villabianca: “Di questa augusta memoria sappiasi che n'è stato autore il chiarissimo principe di Torremuzza Castello; e in fatti è sua la composizione, e il tutto si deve alla sua grande intelligenza e lodevole attività. Coniate furono (tali medaglie) in Roma del virtuoso incisore Balzar Pietro, romano, e distribuite ci vennero nel dicembre 1773. Il motto fu preso dal v. 19 del salmo XXXII del santo Davide. Descrizione dell'Incisore: Pietro Balzar, incisore romano. Colpi al bordo

Grading/Stato: BB+