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Anno 1903 - Barletta - ...
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Anno 1903 - Barletta - Anniversario dei 400 anni della disfida della città Bronzo dorato - 39,7 mm - 27,72 g - R - Al dritto: Stemma ... Leggi tutto - qFDC

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Descrizione

Anno 1903 - Barletta - Anniversario dei 400 anni della disfida della città Bronzo dorato - 39,7 mm - 27,72 g - R - Al dritto: Stemma coronato della città di Barletta entro cartiglio e ghirlanda di foglie di alloro. Al rovescio: RICORDO DEL IV CENTENARIO DELLA DISFIDA DI BARLETTA ---- XIII FEBBRAIO 1903. La medaglia venne coniata, realizzata nel 1903, per ricordare il quattrocentesimo anniversario della Disfida di Barletta, la storica disputa tra ventisei cavalieri divisi in due fazioni opposte: Francia e Italia, che vide la vittoria degli italiani. La disfida di Barletta fu uno scontro tenutosi il 13 febbraio 1503 nella mattina di Sant'Elia in territorio di Trani, all'epoca dei fatti sotto giurisdizione veneziana, fra tredici cavalieri italiani sotto l'egida spagnola e altrettanti cavalieri francesi. Il confronto finì con la vittoria degli italiani. Ancora oggi si può osservare l'edicola con l'epitaffio che Ferrante Caracciolo, duca d'Airola, fece erigere nel 1583. Il monumento fu recuperato nel 1846 a cura del Capitolo metropolitano di Trani. Nel 1903 vennero aggiunti i versi di Giovanni Bovio. L'11 novembre 1500, Luigi XII di Francia e Ferdinando II di Aragona firmarono il Trattato di Granada, col quale si accordarono sulla spartizione in parti uguali del Regno di Napoli, all'epoca governato da Federico I di Napoli. L'anno successivo, le truppe francesi e quelle spagnole penetrarono in territorio napoletano rispettivamente da nord e da sud. Federico I fu presto costretto alla resa e il suo regno fu diviso fra Francia ed Aragona. Immediatamente, nacquero i primi disaccordi fra le forze occupanti sulla interpretazione del trattato, che lasciava indefinita l'effettiva attribuzione della terra di mezzo fra i possedimenti dei due regni. Nell'estate del 1502, si aprirono le ostilità fra i due eserciti, comandati rispettivamente da Louis d'Armagnac e da Consalvo di Cordova. Gli spagnoli, in inferiorità numerica rispetto ai francesi, acquisirono il supporto dei Colonna, precedentemente al servizio di Federico I. La tensione progressiva si suggellò in alcune battaglie che videro tra gli altri protagonista il condottiero italiano Ettore Fieramosca. Alle volte, anziché a scontri in campo aperto, si ricorreva a sfide in ambito cavalleresco, spesso tenute nell'area di Barletta. Una delle più famose sfide fu quella del 1502, svoltasi fuori dalle mura di Trani, nella quale si affrontarono undici cavalieri spagnoli e altrettanti cavalieri francesi, ottenendo solo un nulla di fatto. Durante le prime fasi della guerra, i francesi avanzarono nettamente in direzione sud e occuparono larga parte del territorio spagnolo, riducendoli a poche roccaforti in Puglia e Calabria. Gli spagnoli stabilirono così a Barletta, che all'epoca era un importante centro commerciale adriatico, il loro quartier generale, dal quale amministravano i sempre più ristretti possedimenti del Regno di Napoli. Il duello avvenne in un'area recintata dai giudici delle due parti. Gli italiani furono i primi a giungere sul posto,seguiti di lì a poco dai francesi, che ebbero il diritto di entrare per primi nel campo. Le due formazioni di cavalieri si disposero su due file ordinate, contrapposte l'una all'altra, per poi caricarsi vicendevolmente lancia in resta. Jean d'Auton, tuttavia, afferma che gli italiani si avvalsero di uno stratagemma: anziché caricare, arretrarono fino ai limiti del campo di battaglia e aprirono dei varchi nelle proprie file per far fuoriuscire dall'area alcuni cavalieri francesi, riuscendo con alcuni di loro nel tentativo. Il vescovo Paolo Giovio riporta che i cavalieri italiani rimasero fermi sulle loro posizioni con le lance abbassate, in attesa della carica francese. Il primo scontro non causò gravi danni alle parti, ma mentre gli italiani mantennero sostanzialmente salda la posizione, i francesi sembrarono leggermente disorganizzati. Due italiani finirono disarcionati, ma una volta rialzatisi cominciarono ad uccidere i cavalli dei francesi, costringendoli a piedi. Lo scontro continuò con spade e scuri, finché tutti i francesi vennero catturati o feriti uno dopo l'altro dagli italiani, che conseguirono una netta vittoria. Jean d'Auton riporta di tale Pierre de Chals, della Savoia, unico combattente francese a rimanere in piedi fino all'ultimo: de Chals, tuttavia, non viene citato da nessun'altra fonte. Giovio afferma che un combattente francese, tale "Claudio" (presumibilmente riferendosi a D'Aste), morì per una grave ferita alla testa. Sicuri della vittoria, i francesi non avevano portato con loro i soldi del riscatto e furono così condotti in custodia a Barletta, dove fu Consalvo in persona a pagare di tasca propria il dovuto per poterli rimettere in libertà. La vittoria degli italiani fu salutata con lunghi festeggiamenti dalla popolazione di Barletta e con una messa di ringraziamento alla Madonna, tenutasi nella Cattedrale di Barletta.

Grading/Stato: qFDC

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