La Moneta

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La Moneta Origine, valori, arte, politica, falsi, ideologie: dai segni di valore etruschi a ... Tangentopoli - Il più Grande ... Leggi tutto

Prezzo:
50,00 €

Descrizione

La Moneta

Origine, valori, arte, politica, falsi, ideologie: dai segni di valore etruschi a ... Tangentopoli - Il più Grande Romanzo della Storia

Edizioni Nomisma 2001. Di Giuseppe Amisano. 286 pagine in italiano, con foto in bianco e nero. Formato del libro cm. 29,5 x 21.

(dalla recensione di Marco Piga su Panorama Numismatico di marzo 2003)
E’ un vero è proprio romanzo questo di Giuseppe Amisano, con fatti e personaggi che si alternano e si avvicendano, dai primi re della Lidia agli ultimi del Regno d’Italia, dai ripostigli di epoca romana ai retroscena della Repubblica Italiana, ma che ruotano tutti attorno ad un oggetto, la Moneta, che nella realtà appartiene alla storia e dalla quale la storia non può prescindere.
Partendo da questa tesi l’Autore articola il suo libro in un modo alquanto originale ma a dir poco efficace, in quanto ogni argomento da lui preso in considerazione è corroborato da un documento storico, da una fonte antologica e letteraria che tratta di numismatica e di economia, quali ad es. l’Iliade e l’Odissea di Omero, le Storie di Erodoto, Tucidide, Senofonte, Polibio, Dionisio, Plinio e Plutarco; ma non solo autori dell’antichità greca e romana, anche citazioni tratte dalla Bibbia, dai Vangeli, dal Codice di Hammurabi e da tanti altri testi e autori anche recenti, come i grandi numismatici dei secoli passati quali Eckhel, Babelon, Mattingly, Crawford, Jenkins etc.. Dopo aver presentato la fonte, Amisano esprime una propria interpretazione storica e numismatica di grande livello, dimostrando di conoscere appieno non solo i retroscena della storia degli ultimi tremila anni ma e soprattutto, i grandi e piccoli misteri della numismatica antica e moderna; grazie al documento storico quindi, l’Autore ci svela questi misteri mettendo in dubbio e criticando tesi precedentemente sostenute da altri numismatici del passato, i quali non sempre si sono serviti di testi storici e letterari, oltre a quelli scientifici, per le loro opere, col conseguente risultato, a volte di cadere in errore.
Il punto focale del libro perciò, è che non può esistere lo studio delle monete senza la conoscenza della storia; la storia e soprattutto i documenti storici sono alla base per uno studio numismatico. Ma non solo: partendo dalle origini e ancor da prima che la moneta venisse coniata, Giuseppe Amisano dimostra, attraverso le sue citazioni, come le monete, prima di conto poi reali, fossero importanti per le genti del passato quanto per quelle moderne, tanto da determinare, attraverso lo studio di esse, la conoscenza dei popoli e la psicologia dei personaggi; la numismatica arricchisce la storia.
La moneta come detto, nacque ancor prima di essere coniata, come ci testimoniano i Testi antichi dell’Anatolia, la Bibbia e Omero, nei quali si constata che le trattazioni commerciali avvenivano tramite il pagamento, oltre che con prodotti naturali, anche attraverso il metallo, specialmente l’argento, determinato a peso attraverso un sistema ponderale riferito al mezzo animale. Proseguendo l’excursus dei documenti relativi a trattazioni commerciali, arriviamo a Tucidide e ai suoi scritti sul Mondo Greco e sulle sue monete, le prime a essere emesse dall’ autorità emittente dello Stato, secondo un sistema ponderale che si rifaceva appunto, ai lingotti in argento precedentemente utilizzati, con le quali “civilizzò” i popoli del Mediterraneo, fondando città e combattendo guerre; le guerre con i Persiani raccontateci da Erodoto nelle sue Storie e quelle del Peloponneso tramandateci da Tucidide.
Spostandoci verso occidente invece, Amisano affronta l’intricato e difficoltoso problema della monetazione etrusca, alla quale spetta, tra i tanti, il diritto di precedenza rispetto a quella romana: dai testi trattati infatti, per l’Autore emerge che furono gli Etruschi, discendenti dei Lidi a “coniare” per primi il metallo nella nostra penisola emettendo monete che in seguito i vari popoli dell’ Italia imitarono nei caratteri fondamentali, come ad es. i segni di valore. Tra questi popoli sono compresi anche i romani i quali, prima di spendere moneta propria, usufruirono non solo di quella magno-greca ma anche di argenti e di bronzi etruschi. Proprio da questi ultimi infatti, appresero le tecniche di fusione del metallo, con le quali monetarono il bronzo che trasformarono nei famosi Assi librali di circa 300 grammi: una derivazione della monetazione della Repubblica Romana da quella etrusca quindi, e non il contrario.
Detto questo, l’Autore si cimenta sul discusso enigma della datazione dell’altrettanto famoso Denario d’argento romano con al R/ i Dioscuri. In quest’ ultimo tema Amisano, esprime, tramite la sua posizione a favore di Harold Mattingly, il quale nel 1924 post-datò il Denario con i Dioscuri dal 269 al 187 a C., una costante del suo “romanzo”: non bisogna prendere per oro colato ciò che la storiografia numismatica ci professa, ci insegna e ci ha insegnato; gli studi precedenti sono fondamentali per la comprensione della materia, ma uno studio scientifico deve essere corroborato e non dalle quali deve essere avulso, al contrario degli studi ottocenteschi volti .
Amisano propende quindi, verso uno studio numismatico che non per forza debba dare risposte precise di datazione, al fine col conseguente rischio di una : . A questo proposito l’Autore dedica un intero capitolo (non molto lungo, ma efficace) a Plauto, il famoso commediografo latino, vissuto a cavallo tra il III e il II secolo a C., il quale, grazie alle sue opere di carattere spiccatamente popolare ci fornisce indizi abbastanza sicuri sulla circolazione monetaria a Roma tra il 210 e il 190 a C.. Sono proprio le date nel quale Amisano entra in polemica coi precedenti numismatici e in particolare con il Crawford, per le datazioni delle svalutazioni dell’ Asse librale e del Denario con i Dioscuri; infatti Plauto nelle sue opere non cita i pesanti e obsoleti (per quel tempo), Assi di bronzo romani e non parla ancora dei Bigati argentei, ossia i Denari in questione.
Con questo l’Autore dà dimostrazione delle sue tesi in quanto gli Assi librali non erano più in uso dove appunto ma nella quale ancora venivano utilizzate le Didracme o Quadrigati svalutati nel peso e nella lega. Il Denario quindi, si sarebbe coniato intorno al 190 a C., quando i tempi erano maturi per una nuova riforma monetaria di questo genere; se fosse stata fatta precedentemente gli autori classici ne avrebbero dato notizia direttamente o indirettamente, mentre è solo intorno alla metà del II sec. a C. che negli scritti latini comincia a essere citato, e cioè quando .
Nella seconda parte del “romanzo”, Giuseppe Amisano affronta tematiche inerenti la fine della Repubblica Romana e la costituzione dell’Impero, attraverso Cesare, Augusto e gli imperatori Giulio-Claudi; interessanti sono da segnalare gli argomenti riguardanti Pompei e i suoi ritrovamenti monetari leciti ed illeciti, ossia avvenuti tramite scavi archeologici o clandestini, e l’elevato costo della vita a Roma capitale dell’Impero. Dopo un rapido sguardo al periodo medioevale e rinascimentale (in quest’ultimo vi è un intero cap. dedicato a Michelangelo), giungiamo ai tempi moderni e contemporanei, dove l’Autore tratta di temi importanti ed attuali quali l’utilizzo a larga scala della moneta cartacea e i conseguenti problemi che ne derivò, come il naturale ; la piaga dei falsari e della dilagante falsificazione, in tempi recenti, di monete e banconote, nonché di Tangentopoli e della legge riguardante il possesso di monete rinvenute casualmente, la quale è . Il libro si chiude con un epilogo nel quale viene riproposto uno dei temi centrali di questo romanzo: la storiografia numismatica; e con un’ultima frase spesa per l’euro nella quale vi si esprime tutta l’amarezza per che si conclude: .

Il testo è arricchito da fotografie, cartine geografiche e da centinaia di illustrazioni in B/N di monete che accompagnano quasi ogni pagina; inoltre vi sono tabelle esplicative di carattere storico-cronologico, di sistemi monetari e riguardanti unità di misura del mondo mediterraneo antico. Una pagina è dedicata ai nomi di monete esistite nel “mare nostrum”, e una ai proverbi di carattere pecuniario. Infine il libro è completato da vari indici quali quello analitico degli argomenti più importanti, da un indice esplicativo per tutte le illustrazioni e da un elenco di tutte le testimonianze presenti nel testo. In definitiva non resta che fare i complimenti a Giuseppe Amisano per questo suo utilissimo lavoro.

Prezzo 50 euro - per coloro che possiedono la Nomisma Card 40 euro